Una distesa di provette da siero, tamponi per il Covid ancora confezionati e non usati, abbandonati tra la vegetazione. È lo spettacolo a cui si assiste ai bordi strada provinciale 1, nei valloni a pochi chilometri dal centro abitato di Ravello. Vere e proprie micro-discariche a cielo aperto alle porte della meta del turismo internazionale. L’area, un tempo incontaminata, ancora oggi zona di pascolo, è minacciata da un’abbondante varietà di rifiuti: vecchi lavabo, materassi, elettrodomestici, copertoni d’auto, guaine d’asfalto, calcinacci e la carcassa di una vecchia auto. Materiali pericolosi per la salute.Ma non si erano ancora visti, prima d’ora, scarti di natura sanitaria, provenienti, con ogni probabilità, da laboratori medici, smaltiti illecitamente nel post Covid. Qui, ora, il pericolo maggiore è rappresentato dalle presenze di vecchie tubature e lastre in fibrocemento contenenti amianto, materiali capaci di rilasciare fibre cancerogene che si disperdono nell’aria e nel suolo, compromettendo gravemente la salute delle persone e degli animali. Terremoto oggi 15 dicembre, scossa a Polla: magnitudo 2.0 nel Salernitano Questa zona, denominata sin dal Medioevo Acqua Sambucana per la presenza di numerosi sorgenti idriche, vede compromettere il suo ecosistema. Le acque sotterranee, che alimentano le falde acquifere, infatti, rischiano di essere contaminate dalle sostanze tossiche, minacciando la salute delle coltivazioni, dei pascoli e dell’uomo. La situazione è tanto più preoccupante perché qui i casi di abbandono di rifiuti sono sempre più frequenti. Materiali ingombranti e scarti edili vengono lasciati (e lanciati) dalla strada nelle scarpate sottostanti lontano da occhi di chi potrebbe segnalarne la presenza. I terreni incolti o abbandonati, spesso appartengono a persone residenti fuori regione o all’estero, ignari degli atti illeciti. Ma sono a doverne rispondere.

L’ipotesi, sempre più plausibile, è che dietro a queste azioni vi possano essere ditte edili che, per risparmiare sui costi di smaltimento dei rifiuti speciali, preferiscono sversare illecitamente. Nonostante si stia sviluppando una maggiore consapevolezza rispetto alla necessità di proteggere l’ambiente, qui, in territorio riconosciuto dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, le azioni concrete per salvaguardarlo restano limitate. L’unica speranza, in un quadro tanto sconfortante, risiede nell’intervento delle forze dell’ordine. Nel 2012 gli uomini della sezione navale della Guardia di Finanza di Salerno, proprio in quella zona scoprirono una mini discarica di scarti edili (tra cui marmi di tombe) bonificata solo qualche anno fa. Un intervento risoluto, col sostegno dell’amministrazione comunale, è più che mai necessario. È urgente che anche le autorità locali e regionali intensifichino i controlli e intervengano per fermare chi non ha rispetto per l’ambiente e per la salute pubblica.

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