Un dramma familiare si consuma nelle strutture sanitarie della provincia, dove un uomo affetto da un tumore alla vescica al quarto stadio con insufficienza renale cronica e bipolare viene rifiutato dalle cure necessarie a causa del suo stato mentale. La figlia denuncia la mancanza di coordinamento tra i reparti psichiatrici e quelli clinici, mettendo in luce come la situazione del padre possa trasformarsi in un dramma irreversibile.

La donna scrive una commovente lettera in cui esprime il suo dolore e la sua frustrazione per l’abbandono a cui il padre è stato sottoposto. Sottolinea come il sistema sanitario locale non sia in grado di gestire casi complessi come quello del genitore, privando così i malati più vulnerabili del diritto a un’assistenza adeguata.

La famiglia chiede un intervento urgente delle autorità sanitarie locali per individuare una struttura in grado di accogliere l’uomo e fornire le cure necessarie. Allo stesso tempo, si sottolinea la necessità di un approccio integrato ai pazienti con comorbidità fisiche e psichiche, per garantire loro un trattamento adeguato e rispettoso.

Il caso, portato alla luce dalla disperazione della figlia, rappresenta un appello alla responsabilità delle istituzioni e del sistema sanitario. Nessuno dovrebbe essere lasciato indietro, soprattutto quando si tratta di persone vulnerabili che necessitano di cure e attenzioni speciali.

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