Fa un caldo terribile. Il sole batte forte, l’aria è immobile e afosa. Mi siedo sul divano e prendo una bibita gassata dal frigorifero. Aprire la bottiglietta è un’impresa. Il tappo di plastica è attaccato così saldamente che sembra incollato come i tubolari della bicicletta del nonno. Faccio forza con le mani, ma non si muove. Provo a girare un po’, ma è inutile. Il tappo è di plastica dura e la bottiglia di vetro è fredda. Le mie dita scivolano. Sento le lacrime agli occhi. Ho sete, ma non posso bere. Il mio naso si scontra inevitabilmente con il tappo, devo torcere la bocca e rischio di rovesciare il liquido appiccicoso addosso.
Decido di provare a usare un coltello. Taglio il bordo del tappo, ma non è sufficiente. Il tappo è ancora troppo stretto. Mi alzo dal divano e vado in cucina. Apro il cassetto degli utensili e prendo un apribottiglie. L’operazione è un successo. Il tappo si stacca finalmente. Metto la bibita alla bocca e bevo avidamente. Il liquido freddo è un sollievo in questa giornata di caldo infernale. Mi sento meglio, ma sono anche un po’ frustrato. Perché quel tappo era così attaccato? Va avanti da qualche mese, che quasi quasi sto pensando di passare all’acqua del rubinetto!
Una direttiva dell’Unione Europea (UE) richiede l’uso di tappi “tethered”, cioè tappi che rimangono attaccati alle bottiglie dopo essere stati aperti. Questa misura è stata introdotta con la direttiva numero 904 del 2019 e entrerà in vigore nel 2024. L’obiettivo di questa iniziativa è ridurre il problema dei tappi di plastica che vengono gettati via e finiscono nell’ambiente, contribuendo alla crescente quantità di rifiuti di plastica che contaminano mari e spiagge. I tappi “tethered” sono progettati per rimanere collegati alle bottiglie anche dopo l’apertura, rendendo meno probabile che vengano dispersi nell’ambiente.
Questa misura riguarda le bottiglie realizzate in PET (polietilene tereftalato) con una capacità massima fino a tre litri. Si prevede che l’implementazione di tappi “tethered” porterà a una riduzione stimata del 10% dei rifiuti di plastica in Europa, contribuendo così agli sforzi per affrontare il problema della plastica monouso e del suo impatto sull’ambiente.
L’introduzione di questa direttiva è un passo importante verso la riduzione dell’inquinamento da plastica e la promozione di comportamenti più sostenibili tra i consumatori europei.