In Campania, nel corso del 2022, sono stati accertati ben 11.031 reati ambientali lungo le coste. Si tratta di una situazione allarmante che riguarda sia reati penali che illeciti amministrativi. In media, si registrano 23 reati ogni chilometro di costa, con un totale di 3.154 persone denunciate e arrestate e 819 sequestri.

Legambiente ha presentato il rapporto Mare Monstrum 2023, che analizza le violazioni alle leggi che tutelano mari e coste. Questo dossier è stato diffuso in occasione dell’anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, brutalmente ucciso nel 2010 per il suo impegno nella tutela del mare e delle coste del Cilento.

Secondo il rapporto di Legambiente, il principale reato ambientale lungo le coste campane è il ciclo illegale del cemento, che rappresenta il 36% dei reati penali e amministrativi. Questo fenomeno comprende occupazioni di demanio marittimo, cave illegali, illeciti negli appalti per opere pubbliche e abusivismo edilizio. Nel corso del 2022 sono stati registrati 3.978 reati, con 1.827 persone denunciate e arrestate e 283 sequestri.

Altri fenomeni di illegalità riguardano la mala-depurazione e lo smaltimento dei rifiuti, classificati come “mare inquinato” da Legambiente. In totale, sono stati registrati 2.518 illeciti, con 498 sequestri e 989 persone denunciate e arrestate. Inoltre, sono stati riscontrati 1.052 reati legati alla pesca di frodo.

Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente, sottolinea l’importanza di seguire l’esempio di Angelo Vassallo nella lotta contro le illegalità. Legambiente si impegna attivamente nella sorveglianza e nel volontariato lungo le coste campane, ma è necessario un maggiore impegno da parte di tutte le istituzioni coinvolte, dai comuni alle regioni, dal Parlamento al governo, per contrastare efficacemente questi reati ambientali.

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