Il caso del poliziotto che spacciava droga nel carcere di Fuorni continua a far discutere. Francesco Giugliano, l’agente della polizia penitenziaria protagonista di un episodio di violenza contro la sua comandante, si è presentato ieri mattina in tribunale per l’udienza di convalida dell’arresto. Accompagnato dalla sua compagna Anna Maria Russo, anche lei detenuta a Poggioreale, Giugliano ha deciso di chiedere scusa per il suo gesto, attribuendolo alla sua dipendenza dal gioco d’azzardo.

L’avvocato dei due imputati ha chiesto un alleggerimento della posizione di Russo, vista la sua marginalità nella vicenda. La richiesta è stata parzialmente accolta, infatti a Russo sono stati concessi i domiciliari. Entrambi gli arrestati sono incensurati e convivono da alcuni anni, dopo aver trascorso esperienze fallimentari in precedenti matrimoni.

Nel frattempo, le indagini proseguono per ricostruire i canali di approvvigionamento della droga da parte di Giugliano e verificare la liceità del possesso delle armi e delle munizioni ritrovate nella sua abitazione. Inoltre, si sta cercando di identificare i clienti del poliziotto all’interno del carcere. È ancora necessario stabilire i guadagni che l’indagato ricavava da questa attività illecita.

Secondo quanto emerso dalle indagini dei finanzieri, Giugliano era disponibile anche a fornire cellulari e schede sim a chi ne faceva richiesta. Attualmente, questi telefoni e schede sono sotto esame per verificarne la provenienza e l’intestazione.

È evidente che questa complessa indagine sta mettendo in luce aspetti molto delicati, dato che si stava già lavorando per smantellare la rete di spaccio all’interno del carcere.

La vicenda del poliziotto che spacciava droga è un duro colpo per le forze dell’ordine e richiede una riflessione su come prevenire e contrastare fenomeni simili in futuro. È fondamentale garantire un’adeguata formazione e controllo del personale e intensificare le misure di sicurezza all’interno delle strutture carcerarie. Solo così potremo evitare che episodi come questo si ripetano e preservare l’integrità del sistema penitenziario.

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