Questa notte, alle 3:30, una scossa di terremoto di magnitudo 2.9 ha colpito l’area dei Campi Flegrei, in provincia di Napoli. Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), l’epicentro si è trovato a due chilometri da Pozzuoli, con un ipocentro a tre chilometri di profondità. Questo evento sismico si aggiunge alle due scosse di magnitudo 3.6 e 3.7 che si sono verificate nei giorni scorsi nella stessa zona. Fortunatamente, al momento non sono stati segnalati danni a persone o cose.
Oltre ai pericoli vulcanici e di bradisismo, si è aggiunto un nuovo allarme ambientale legato al “rischio geochimico”, causato dalle emissioni di gas potenzialmente pericolosi per la popolazione locale. Secondo il piano sanitario della Regione Campania, esiste un rischio chimico di esposizione a causa di una contaminazione diffusa e sconosciuta in termini quantitativi dell’aria ambiente.
Le autorità stanno adottando un approccio preventivo e misurato, organizzando la prevenzione collettiva e valutando la qualità dell’aria nella zona tra la Solfatara e via Pisciarelli, individuata come di “potenziale pericolosità”. Misure drastiche come l’allontanamento in zone sicure, specialmente per le strutture sanitarie, non sono escluse.
Il piano di emergenza, aggiornato di recente e seguito da precise direttive del presidente Vincenzo De Luca, copre scenari di rischio geochimico oltre a quelli tradizionali legati al vulcanismo e al bradisismo. Sono previste disposizioni dettagliate per l’evacuazione di pazienti ospedalizzati, con 1506 persone pronte per essere trasferite in strutture sicure in caso di emergenza.
La situazione rimane sotto osservazione, poiché gli scenari espositivi sono complessi e potenzialmente pericolosi. Le autorità stanno collaborando con l’università Federico II e la Città metropolitana di Napoli per approfondire le cause degli accumuli anomali di biossido di carbonio, dopo l’incidente del 2018 che ha causato la morte di un operaio a causa di elevati livelli di CO2 di origine naturale vulcanica-idrotermale.
