Nella città di Napoli si sta avvicinando il processo ordinario per quattordici imputati accusati di aver organizzato ben 74 falsi sinistri stradali, con il concorso di diversi complici, di varia estrazione sociale e professionale, per un potenziale danno economico alle compagnie assicurative pari a circa 600mila euro.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre gruppi criminali utilizzavano uno stesso protocollo per i falsi sinistri: venivano inscenati in zone prive di sistemi di videosorveglianza e le lesioni, procurate al fine di supportare le richieste risarcitorie, andavano da quelle più lievi fino a quelle più gravi con la rottura dei denti o fratture agli arti. A tal fine, gli indiziati assoldavano soprattutto persone in precarie condizioni economiche che erano disposte a subire lesioni di particolare gravità, con la promessa dei risarcimenti assicurativi.
Inoltre, i sodali si avvalevano per la compilazione delle pratiche risarcitorie di 17 medici, 3 avvocati e 2 titolari di studi di infortunistica stradale, tutti indagati a piede libero con l’accusa di rilascio di attestazioni false circa le lesioni subite dalle vittime.
Due imputati, Gennaro Cirino e Ramona Fierro, hanno scelto di patteggiare, mentre per gli altri dodici è stato chiesto il rinvio a giudizio. Le compagnie assicurative coinvolte hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo.
Questo caso dimostra come ancora oggi vi sia una grande truffa nei sinistri stradali e che le persone più vulnerabili siano le più facilmente indotte ad aderire a questi schemi criminali. È importante che le forze dell’ordine siano in grado di individuare e arrestare i truffatori in modo che possano pagare per le loro azioni.