L’UEFA ha provato fino all’ultimo a opporsi alla decisione del Viminale di vietare la trasferta dei tifosi dell’Eintracht Francoforte a Napoli per la partita di Champions League di mercoledì 15. Tuttavia, la possibilità di incidenti tra i tifosi è stata giudicata troppo alta e così il Ministero dell’Interno ha decretato la misura.
Il club tedesco non ha preso bene la decisione, invocando il principio della reciprocità, visto che ai tifosi dei Glasgow Rangers era stato vietato di recarsi a Napoli per via del divieto di andare in Scozia. Il consulente legale dell’Eintracht, Philipp Reschke, ha definito la misura come «ingiusta» ma ha anche ammesso che non c’era molto da fare.
Anche il portavoce del consiglio di amministrazione dell’Eintracht e amministratore delegato della German Football League, Axel Hellmann, ha criticato la decisione delle autorità italiane, affermando che «non ci sono le condizioni di messa in sicurezza per l’arrivo di 2.500 tifosi tedeschi».
Inoltre, i tifosi dell’Atalanta sono stati vietati di recarsi a Lecce per via degli scontri con i sostenitori azzurri. La situazione è stata ulteriormente complicata dalla decisione del Giudice Sportivo, che ha punito il Napoli con tremila euro di multa per il lancio (presunto) di una bottiglietta, mentre per il lancio ripetuto di petardi e bengala, la Lazio è stata punita con appena quindicimila euro. Per i tre responsabili del lancio di petardi, arrestati dalla polizia, è stato adottato un Daspo, con periodi che vanno dai due ai cinque anni.
In conclusione, il divieto di trasferta a Napoli per i tifosi dell’Eintracht Francoforte è una decisione presa dal Viminale per motivi di ordine pubblico. Pur essendo una misura severa, è giustificata dal rischio di incidenti e scontri tra i tifosi.