L’inchiesta sul carcere di Santa Maria Capua Vetere ha riacceso i riflettori su una legge recentemente introdotta per contrastare l’utilizzo di dispositivi mobili e cellulari all’interno di istituti penitenziari. Il decreto legge, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 261 del 21 ottobre 2020, prevede una pena da 1 a 4 anni per chi introduce o detiene tali dispositivi all’interno di un carcere.

La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio di 42 persone, detenute presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, per il reato previsto dall’art. 391 ter del codice penale, per avere indebitamente posseduto ed utilizzato dispositivi cellulari nel corso dell’anno 2022. Le indagini sono frutto del costante, perdurante ed efficace contrasto all’utilizzo dei dispositivi svolto, con il coordinamento di questa Procura, dal nucleo investigativo della Polizia Penitenziaria.

L’utilizzo di dispositivi mobili all’interno di istituti penitenziari rappresenta una grave violazione delle regole e una minaccia alla sicurezza in carcere. Il rinvio a giudizio di 42 persone da parte della Procura di Napoli dimostra che la legge viene applicata in modo rigoroso. Tutti gli imputati sono da considerarsi innocenti fino alla sentenza irrevocabile.

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