In un clima di delirio collettivo, la movida napoletana sta assumendo un’ombra nera. Nelle notti ad alta gradazione etilica, infatti, stanno irrompendo i figli dei boss di camorra, una generazione “Gomorra.2” che fa paura anche nelle piazze più protette o sui marciapiedi del lungomare, dove un tempo tirare notte fino all’alba con birre e taralli pareva già la più proibita delle trasgressioni.

Mergellina, l’area degli chalet e il quadrilatero dei baretti di Chiaia e del Vomero, sono stati presi di mira da questi ragazzini senza futuro, una generazione di criminali temibili che esce di casa portandosi il revolver addosso e che non si ferma davanti nemmeno all’eventualità di colpire qualche innocente seduto sui dondoli, ai tavolini dei bar.

I segnali di fumo di questa situazione sono arrivati una settimana prima dell’uccisione di Francesco Pio Maimone, quando è stato messo a segno un raid di camorra ai danni di un giovanissimo astro nascente della criminalità organizzata di Pianura. Il diciannovenne Antonio Gaetano è sopravvissuto, ma trascorrerà il resto della sua vita paralizzato su una sedia a rotelle.

L’attenzione dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli è stata catturata da questa situazione, che è stata descritta nel decreto di fermo emesso contro Francesco Pio Valda, il ventenne che adesso deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla finalità mafiosa.

Il sostituto procuratore della Dda partenopea, Antonella Fratello, ha scritto che gli episodi di violenza che si stanno verificando “dimostrano come vi sia un’allarmante trasposizione delle contrapposizioni tra i gruppi criminali ai quali i protagonisti appartengono, dai territori di origine al centro cittadino”.

Questi ragazzini, infatti, sono ancora imbevuti di modelli parentali improntati alla violenza pura, che si riflette in un modus operandi tipico delle organizzazioni camorristiche.

Con l’arrivo della bella stagione questi fronti di guerra andranno ad aumentare: la riapertura delle discoteche di Coroglio fa già tremare i polsi a molti.

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