Il processo per le presunte infiltrazioni della camorra a Capua sta per giungere al termine. L’ultima udienza ha visto le arringhe conclusive dei difensori degli imputati mentre, a breve, il pm Maurizio Giordano presenterà le repliche prima della sentenza prevista per l’inizio di giugno.

I reati contestati sono di associazione camorristica, concorso esterno al clan dei Casalesi, turbata libertà degli incanti aggravata dalla finalità mafiosa, abuso d’ufficio, corruzione e riciclaggio. A vario titolo sono coinvolti l’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, l’ex assessore Marco Ricci, l’imprenditore Francesco Zagaria, i due imprenditori Francesco e Giuseppe Verazzo, il dirigente comunale Francesco Greco e Luca Diana.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta della Dda, il sistema prevedeva l’offerta di appoggio elettorale da parte del clan ai politici in cambio di lavori a Capua, in particolare alle fazioni Zagaria e Schiavone. Il pm ha chiesto 4 anni a testa per Antropoli, Ricci e Zagaria, 6 anni per i Verazzo, 3 anni per Greco e 1 anno per Diana. L’assoluzione è stata invece invocata per Taglialatela.

Il processo è uno spaccato inquietante della realtà camorristica in una città del Sud Italia e della capacità di infiltrazione della criminalità organizzata in ambito politico. La sentenza rappresenterà un segnale importante per la lotta alla criminalità organizzata e per la salvaguardia della legalità.

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