La Corte di Appello di Napoli aveva emesso a maggio 2022 una sentenza nei confronti di Vincenzo Garzia, condannandolo a 16 anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale aggravato della sua compagna, Lucia Caiazza. La donna era deceduta il 14 maggio 2020 all’ospedale di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, a causa delle percosse subite dall’uomo. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal legale dell’imputato per cui la sentenza é diventata definitiva.
Secondo una perizia, il colpo violento all’addome, sferrato all’altezza della milza, è stato l’evento scatenante che ha portato alla morte di Lucia. La donna, tuttavia, ha sempre negato di essere stata vittima di violenze, anche di fronte ai medici. Giustificava i lividi che le figlie le facevano notare come conseguenza di una terapia farmacologica antiaggregante a cui era costretta da anni.
Il violento colpo era stato sferrato durante una lite scoppiata in casa nel lockdown del 2020. L’uomo ha spacciato il tutto per una caduta dalle scale, ma i consulenti nella perizia consegnata ai giudici hanno affermato che si tratta di un pugno, forse addirittura un calcio, che ha provocato una lesione interna con sanguinamento rimasta silente per giorni.
Si tratta di una vicenda tragica che mette in luce come l’amore malato possa portare a gesti estremi e a violenze inaudite.