Il turismo a Napoli durante la Pasqua del 2023 è intenso ma anche caotico. L’afflusso in città è molto alto, tanto che le camere degli alberghi sono state prenotate all’80% e si è raggiunto il sold-out. Tuttavia, la gestione dell’accoglienza è stata critica, a causa della mancanza di personale e dell’abusivismo. Si stima che ci siano circa 5.000 alloggi abusivi nella città, il che ha portato a un’evasione fiscale di circa 10 milioni di euro sull’imposta di soggiorno.

L’offerta di posti letto è molto ampia, con circa 12-13.000 annunci sui portali. Anche l’aeroporto di Capodichino ha registrato un aumento del 4% dei passeggeri rispetto all’anno precedente. L’assessore al Turismo, Teresa Armato, ha dichiarato che si prevede un incremento del 7-8% delle presenze turistiche rispetto al 2022.

Salvatore Naldi, presidente di Federalberghi, ha sottolineato l’importanza di sfruttare al meglio le strutture congressuali della città, come la Mostra d’Oltremare, la Stazione Marittima e la Città della Scienza. Ha inoltre affermato che gli stranieri, in particolare gli statunitensi, stanno tornando in gran numero a Napoli, il che è un segnale positivo per la città.

Tuttavia, l’abusivismo e la carenza di personale sono ancora problemi importanti. Secondo le stime di Federalberghi, ci sono il doppio delle persone ospitate negli hotel rispetto alle strutture dotate di Scia, la segnalazione di inizio attività. Ciò porta a un’enorme evasione fiscale sulla tassa di soggiorno, che si aggira intorno ai 10-12 milioni di euro.

Agostino Ingenito, presidente di Abbac, ha confermato che l’offerta di stanze in affitto sta crescendo, soprattutto tramite Airbnb, ma ha anche sottolineato che ci sono circa 5.000 annunci di alloggi abusivi nella città. Ha chiesto alla Regione di creare un’anagrafe con Cusr per le locazioni brevi.

Gianna Mazzarella, presidente della Sezione Turismo dell’Unione Industriali, ha dichiarato che la carenza di personale è un problema, soprattutto per quanto riguarda i camerieri di sala e gli addetti al ricevimento. Anche la mancanza di facchini e manutentori è un problema, con una riduzione del 30% del personale in alcune strutture, soprattutto sulle isole e in costiera.

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