Azzerare l’impatto ambientale delle attività industriali è un obiettivo fondamentale per la tutela del nostro pianeta. E’ per questo che le autorità locali sono chiamate a vigilare sul rispetto delle normative in materia di sicurezza ambientale.

Recentemente, i militari dell’Ufficio Circondariale di Palinuro, insieme al personale dell’Ufficio Locale Marittimo di Scario e Marina di Camerota, hanno sigillato un impianto industriale di betonaggio, produzione di calcestruzzo e frantumazione inerti che si estendeva su un’area di circa 15.000 mq, a Santa Marina. Tale attività era priva dell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) soprattutto per gli aspetti connessi all’emissione in atmosfera dell’impianto in una zona che è sottoposta a numerosi vincoli e ad elevata protezione ambientale trattandosi di SIC (sito di interesse comunitario), nella rete Natura 2000.

Ma non è tutto: il titolare dell’attività è stato accusato di gestione illecita di rifiuti, deposito incontrollato di rifiuti anche pericolosi e smaltimento illecito dei rifiuti liquidi. Tali rifiuti si disperdevano sul terreno in assenza di un apposito impianto di depurazione ed a fronte di vasche di decantazione esistenti già colme e mai avviate. Stesso rischio riguardava i fanghi derivanti dall’attività industriale. Da quasi un decennio l’attività occupava un’area senza la speciale autorizzazione necessaria. Come se non bastasse, è risultato che la ditta, per il betonaggio, prelevasse l’acqua necessaria direttamente dal fiume Bussento.

Le denunce sono state fatte in concorso tra i responsabili e il monitoraggio continua.

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