Nella città di Arzano si è verificato un episodio di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, che ha portato all’arresto di tre esponenti del clan della 167. La denuncia dell’imprenditore che ha subito la richiesta di tangente da parte dei malviventi, insieme alle immagini della videosorveglianza, ha permesso ai poliziotti di identificare e arrestare i responsabili in pochi giorni. I quattro avrebbero chiesto 2mila euro al mese al titolare del bar Bellagio, per “gli amici di Arzano”, in cambio di protezione.
La polizia di Stato ha emesso un’ordinanza di custodia in carcere per i tre arrestati, due pregiudicati e un incensurato, mentre il quarto uomo, soprannominato “pall ‘e fierr”, è ancora irreperibile. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dalla Squadra mobile e dal Commissariato di Frattamaggiore. I tre arrestati sono Antonio Alterio, Salvatore Lupoli e Giuseppe Bussola, esponenti di primissimo piano del clan della 167 di Arzano.
Antonio Alterio, già gambizzato in un circolo ricreativo nel 2021, è il fratello di Gennaro e Raffaele, anch’essi finiti in carcere l’anno scorso insieme ad altre 27 persone del sodalizio criminale della 167, costola degli Amato-Pagano. Gennaro Alterio era stato arrestato sulla spiaggia dai carabinieri che si erano finti bagnanti. Salvatore Lupoli è conosciuto con il soprannome di “o trombone”, mentre Giuseppe Bussola è incensurato.
L’imprenditore che ha denunciato i malviventi ha chiesto di non essere lasciato solo in questo momento difficile per lui e la sua famiglia, sperando che il suo gesto possa essere da sprone per altri commercianti di Arzano vessati dalla camorra e costretti a pagare il “pizzo”.