Il vecchio boss Aldo Picca, legato ai Casalesi, è tornato in carcere con accuse di estorsione aggravata insieme al suo gregario di sempre, Nicola Di Martino, conosciuto come “ventitrè”. I due sono stati fermati dai carabinieri mentre chiedevano somme di denaro a un farmacista e a un rivenditore di materiale elettrico a Teverola. Entrambi sono stati denunciati dalle vittime che erano state pedinate dalle forze dell’ordine. Il gip Raffaele Coppola del tribunale di Napoli Nord ad Aversa ha convalidato il provvedimento e disposto la misura cautelare per entrambi.

Aldo Picca era stato condannato a 20 anni di carcere per associazione mafiosa nel processo Spartacus I. Era stato uno dei protagonisti della faida in cui morirono Giovanni Ciccarelli e Mario Tappino nel 1996 a Teverola, presunti appartenenti al clan Quadrano-Picca, in guerra con i Casalesi per il controllo della zona. Cognato di Giuseppe Quadrano, ergastolano, Picca aveva ottenuto la liberazione anticipata nel 2020. Nicola Di Martino è considerato l’erede del cartello criminale che era di Picca, egemone nella zona di Carinaro e Teverola. Si sarebbe reso responsabile di estorsioni e spaccio di droga negli anni precedenti e con le richieste di denaro in occasione della Pasqua.

Per l’autorità giudiziaria, sia Picca che Di Martino si sarebbero resi responsabili solo, per ora, di due episodi: una estorsione consumata e una tentata. Nel 2020 Picca era stato scarcerato all’età di 64 anni e, fino a qualche giorno fa, era libero di circolare. Nelle prossime settimane potrebbero uscire dal carcere altri vecchi gregari del clan dei Casalesi che hanno scontato la loro condanna.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui