Il comandante della polizia municipale di Arzano, Biagio Chiariello, è stato notificato della revoca della sua scorta pochi giorni fa, in pieno giorno di lavoro. Tuttavia, il motivo di questa decisione è stato spiegato: ci sono stati arresti e condanne di soggetti legati ai Monfregolo, ala criminale che si oppone ai Cristiano, il che rende meno attuale il rischio di una vendetta da parte di soggetti in odore di camorra. Nonostante ciò, Chiariello continua a condurre la propria azione di controllo e di indagine contro ogni forma di illegalità.

Questa decisione ha fatto discutere in una città che è alle prese con problemi atavici come le occupazioni abusive di interi lotti di alloggi all’interno delle palazzine popolari edificate negli anni del dopo terremoto, dove spesso le condizioni di indigenza di migliaia di persone diventano terreno fertile per traffici di droga e attività illecite.

Chiariello ha fatto un censimento capillare degli alloggi all’interno della 167 e della platea di abitanti, che ha dato corso a una serie di iniziative concrete contro gli occupanti abusivi che vengono segnalati all’autorità giudiziaria e perdono uno dei requisiti decisivi per accedere al reddito di cittadinanza e per esercitare il diritto di voto.

In questi mesi, il comandante Chiariello ha portato a termine iniziative su più livelli, dando fastidio a molti “irregolari”: come per l’abbattimento abusivo arredato in stile gomorra, fatto realizzare da un parente del boss Cristiano; come quando ha annullato la processione della Madonna dell’Arco, che veniva portata in trionfo senza alcun permesso di natura amministrativa.

La notizia della revoca della scorta al comandante Chiariello ha acceso i riflettori su un intero contesto metropolitano, proprio alla luce del lavoro di denuncia svolto all’indomani del suo insediamento nella cittadina alle porte di Napoli. Ci sono denunce che riguardano il settore delle pompe funebri, che viene condotto da aziende in grado di muoversi su più comuni che afferiscono alla stessa struttura cimiteriale, interdittive antimafia che hanno colpito aziende in odore di camorra e alcune irregolarità nella gestione di servizi strategici per la vita di uno o più paesi.

Nonostante la revoca della scorta, Chiariello continua a lavorare con fiducia e determinazione, anche senza un presidio di sicurezza. Tuttavia, potrebbe fare un accesso agli atti e analizzare pareri e verbali del comitato, senza escludere un ricorso amministrativo ai giudici del Tar.

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