Il tribunale ha deciso di cambiare le restrizioni per l’ex vicepresidente della Provincia di Caserta, Pasquale Crisci, che si trovava agli arresti domiciliari dopo tre settimane nel carcere di Secondigliano. Crisci, arrestato lo scorso 12 gennaio dalla Guardia di finanza, nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli relativa ad un traffico illecito di loculi e cappelle cimiteriali nel comune di Santa Maria a Vico, ha ottenuto il permesso di poter recarsi a lavoro. Il 46enne, gestendo un’agenzia di call center e pubblicitaria che ha sede lungo la Nazionale Appia, potrà uscire solo per recarsi al lavoro.

Le indagini svolte dal reparto territoriale, dirette e coordinate dalla Dda di Napoli, hanno dimostrato che gli indagati avessero ottenuto l’assegnazione di cappelle e loculi cimiteriali dal Comune di Santa Maria a Vico attraverso condotte estorsive e corruttive. In particolare, uno dei soggetti aveva ottenuto l’assegnazione di una cappella gentilizia del valore di 44mila euro estorta al titolare della società aggiudicataria dei lavori di ampliamento del cimitero della cittadina della Valle di Suessola grazie all’aiuto intimidatorio del clan Massaro. La compravendita illecita di cappelle e loculi vedeva il coinvolgimento anche dell’allora concessionario dei servizi cimiteriali e di ulteriore soggetto coinvolto, quest’ultimo risultato intestatario di ben sedici loculi.

Crisci, insieme ad altre cinque persone, è stato definito presunto esponente della criminalità organizzata locale. Difeso dagli avvocati Carlo De Stavola ed Elisabetta Carfora, dovrà ora rispettare le nuove restrizioni giudiziarie imposte dal tribunale.

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