Antonio Lanza, esponente della fazione Bidognetti del clan dei Casalesi, è diventato ufficialmente un collaboratore di giustizia nel mese di febbraio. Lanza era uno dei membri sul campo specializzato in estorsioni che si risolvevano soprattutto nell’area di azione di Castelvolturno, storico feudo Bidognetti. Grazie all’indagine compiuta dai carabinieri del Reparto investigativo del Gruppo di Aversa, è stato pesantemente disarticolato il gruppo, coordinato dal carcere da Gianluca Bidognetti, figlio dello storico capoclan Francesco Bidognetti, detto Cicciotto e mezanott’.

Durante l’interrogatorio con il pubblico ministero Maurizio Giordano di Vincenzo Di Caterino, alias ‘o piattaro, Lanza ha segnalato di un rapporto tra il clan dei Casalesi, specificatamente la fazione Bidognetti, il clan romano degli Spada. “Di Caterino è un affiliato degli Schiavone e si occupava di droga e armi per loro. Faceva estorsioni insieme a Vincenzo Cirillo, fratello di Francesco detto “cosciafina”. Continua, poi, Lanza: ”Svolgeva delle attività connesse alla droga e alle armi anche per gli Spada, attivi sulle zone di Frosinone e Roma.”

Lanza era contrario a questi accordi con gli Spada e, parlando al pm della Dda di Napoli, ha raccontato di averlo allontanato dalla sua zona, ovvero Lusciano. Una decisione chiaramente presa dopo averne parlato con Gianluca Bidognetti, divenuto capo del gruppo per diretta volontà di suo padre Francesco, “Cicciott ‘e mezzanotte”. La collaborazione di Lanza potrebbe portare a nuove indagini e arresti all’interno del clan dei Casalesi e degli Spada.

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