Nell’ottobre del 2019 un imprenditore agricolo di Moiano si è trovato di fronte a una quindicina di cinghiali all’interno di un’area recintata nella zona Starza-Pietrapiana, al confine tra Moiano e Sant’Agata Dei Goti. Gli ospiti non graditi si erano introdotti forzando il recinto e questo aveva portato alla denuncia dei carabinieri forestali del comando stazione di Airola. Il reato contestato era quello che vieta il prelievo e la detenzione di fauna selvatica, alla quale appartengono i cinghiali. Tuttavia, al termine del processo dinanzi al tribunale di Benevento, l’agricoltore è stato assolto grazie alla circostanza dell’intrusione dei cinghiali attraverso una forzatura del recinto.

La zona è aperta alla caccia al cinghiale e i fatti sono avvenuti durante il periodo in cui l’attività era consentita. Questo caso limite rientra nella casistica determinata dal sovrappopolamento che negli anni ha causato danni alle colture ma anche non poche preoccupazioni per i cittadini, che spesso si sono imbattuti in branchi che si aggirano lungo le strade. Incontri che non avvengono solo in valle caudina, ma anche nel vicino parco naturale Taburno Camposauro, nel Fortore e finanche a Benevento, in particolare nelle zone periferiche della città, diventando quindi una sorta di sottospecie urbana.

Tutto ciò ha condotto all’assoluzione dell’agricoltore, senza nemmeno la condanna alle sanzioni pecuniarie previste in tali circostanze. La presenza dei cinghiali, infatti, può essere dovuta alla loro ricerca di cibo, attirati dalla presenza del mangime, ma anche alla loro paura. È importante, quindi, che le autorità competenti si occupino di gestire al meglio la situazione, al fine di evitare danni alle colture e situazioni potenzialmente pericolose per i cittadini.

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