Questa mattina a Genova è stato arrestato Pasquale Bonavota, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia nel programma speciale di ricerca del Ministero dell’Interno. Bonavota era ricercato in quanto destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito dell’indagine Rinascita. È stato ritenuto responsabile dei delitti di partecipazione ad associazione mafiosa con il ruolo di promotore della cosca Bonavota, rientrante nella locale ‘ndrangheta di Sant’Onofrio (VV). Era l’unico soggetto rimasto in stato di latitanza a seguito dell’operazione Rinascita che ha portato all’arresto di 334 soggetti ritenuti appartenenti alle strutture di ‘ndrangheta della provincia vibonese.

Le indagini sono state dirette dalla Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata dal dottor Nicola Gratteri. La cattura di Bonavota segue di poco quella di un altro dei latitanti più ricercati d’Italia: Matteo Messina Denaro, catturato lo scorso gennaio dai carabinieri del Ros all’interno di una clinica privata di Palermo dove si trovava per curarsi da un tumore. Dopo l’arresto dell’ultimo padrino della mafia, il primo ricercato in Italia è diventato Renato Cinquegranella, il camorrista napoletano 73enne è nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze.

Il suo nome è legato ad uno degli omicidi di camorra più efferati: è stato condannato per l’omicidio di Giacomo Frattini, detto “Bambulella”, affiliato alla Nuova Camorra Organizzata capeggiata dal superboss Raffaele Cutolo, ucciso e mutilato il 21 gennaio 1982. La lotta alla criminalità organizzata continua, grazie all’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura. La cattura di Bonavota dimostra che non ci sarà tregua per coloro che cercano di sfuggire alla giustizia, e che la legge e l’ordine devono sempre prevalere.

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