La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa inflitta in appello a Napoli a Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi, ex coordinatore di Forza Italia in Campania e ex leader di una politica che non esiste più. Cosentino è stato il tramite attraverso il quale il clan dei Casalesi, grazie all’azienda Eco4 dei fratelli Sergio e Michele Orsi, riuscì a entrare nel business dei rifiuti in Campania. Da quel “patto” di fuoco fra politica e malaffare, la camorra riuscì ad accumulare denaro, appalti e “mazzette” che uscivano fuori dai cumuli di immondizia durante il periodo dell’emergenza rifiuti. La sentenza è arrivata come un fulmine e ha suscitato il silenzio degli ex amici politici di Cosentino, alcuni oggi in carica al Senato e alla Camera. Solo Carlo Sarro, ex dirigente di Forza Italia, ieri ha dichiarato: «Sono sempre stato intimamente convinto dell’innocenza di Cosentino». L’ex sottosegretario si è presentato nella casa circondariale di Rebibbia a Roma, nel reparto di Alta sicurezza, zona riservata a chi è recluso per reati di mafia. Cosentino dovrà affrontare dieci anni di reclusione, meno un anno e due mesi. L’unica strada per Cosentino, ora, sarà la Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.

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