La Corte di Cassazione ha deciso di far rifare il processo di secondo grado per il tentato omicidio avvenuto per vendetta dopo l’assassinio di Nicholas de Martino, nipote del boss Nicola Carfora, noto come “o’ fuoco”. Il ragazzo di 17 anni è stato accoltellato a morte il 25 maggio 2020 a Gragnano, in via Vittorio Veneto. Tre dei quattro imputati sono cugini della vittima: Giovanni Amendola, i fratelli Giovanni e Antonio Carfora e Raffaele Iovine. La Suprema Corte ha accolto il ricorso presentato dai loro avvocati, fondato sull’esclusione dell’aggravante mafiosa e sulla negazione delle attenuanti generiche.

Secondo quanto emerso dalle indagini, poche ore dopo la morte di Nicholas, i quattro organizzarono un agguato ritorsivo a colpi di pistola contro un amico di Maurizio Apicella, condannato a 18 anni di carcere per l’omicidio del giovane e a 10 anni insieme a Ciro Di Lauro per il tentato omicidio del cugino Carlo Langelotti. Gli inquirenti hanno subito messo in relazione la morte di Di Martino con il successivo agguato.

Nicholas era figlio di Maria Carfora, sorella del boss Nicola Carfora, anch’essa nota alle forze dell’ordine e con numerosi precedenti penali alle spalle. Nel giugno scorso, la Corte di Assise di Napoli ha condannato Apicella a 18 anni di carcere e Di Lauro a 10 anni per l’omicidio del giovane. La decisione della Corte di Cassazione di rifare il processo di secondo grado potrebbe portare a una revisione della sentenza.

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