Il processo per il duplice omicidio di camorra Caterino-De Falco, avvenuto nel 2003 a Santa Maria Capua Vetere, continua ad essere un procedimento senza fine. In aula, la compagna di Sebastiano Caterino, Angela Viviani, ha ripercorso quei tragici eventi. Ha raccontato che proprio quella sera, pochi attimi prima di essere ucciso, Sebastiano le telefonò. Fece appena in tempo a proferire il suo nome e pochi istanti dopo i tanti colpi di pistola. La Viviani corse in strada e vide le transenne e il suo Sebastiano morto in macchina. Poco lontano Umberto De Falco, ancora in vita.

Imputati nel procedimento per duplice omicidio di camorra sono Corrado De Luca, luogotenente del boss Antonio Iovine, e la famiglia Moronese (Sandro, Agostino e Raffaelina Nespoli) che fornì come base per compiere l’omicidio la propria abitazione. Inoltre, è stato ascoltato il collaboratore di giustizia Antonio Monaco, già condannato all’ergastolo in primo grado e alla pena di 15 anni in appello per il duplice omicidio in questione. Monaco ha spiegato il supporto fornito dai Moronese. “La famiglia Moronese sapeva il perché noi eravamo lì. Alla famiglia Moronese venne dato un mega televisore e la somma di 5000 euro”.

È un triste esempio di come la camorra operi, utilizzando la complicità di famiglie e persone che, in cambio di denaro o favori, offrono il loro supporto. È importante che la giustizia faccia il suo corso e che queste persone siano punite per i loro crimini, per garantire la sicurezza e la legalità nella nostra società. È altresì importante che la società si opponga a questi comportamenti e che non si lasci corrompere dalla criminalità organizzata. La lotta contro la camorra è una lotta di tutti noi, per un futuro migliore e più giusto.

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