Processo infiltrazioni clan Belforte nella costruzione del Centro Direzionale Vanvitelli

Il processo sulle infiltrazioni del clan Belforte nella realizzazione del plesso residenziale “Centro Direzionale Vanvitelli” di Marcianise continua con le arringhe dei difensori. Dinanzi alla Seconda Sezione Penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Loredana Di Girolamo, hanno preso la parola gli avvocati Giuseppe Stellato e Giovanni Cantelli rispettivamente nell’interesse di Luca Di Fuccia, Augusto Di Pascale, e Luigi Franzese. I legali hanno cercato di smontare punto per punto le tesi della Dda e hanno chiesto l’assoluzione per i propri assistiti.

Si torna in aula a fine maggio per le arringhe degli altri difensori impegnati nella difesa. Gli imputati vennero coinvolti nel 2014 in un’indagine della guardia di finanza coordinata dalla Dda. Per gli inquirenti, in un arco temporale dal 1995 al 2010, si sarebbero resi responsabili, a vario titolo, di abusivismo edilizio, riciclaggio, reimpiego di ingentissime somme di denaro, tutti aggravati dalla finalità dell’agevolazione del gruppo camorristico Belforte detti “mazzacane”.

Secondo l’antimafia, infatti, il clan Belforte avrebbe investito ingenti somme di denaro, riciclando massicce risorse finanziarie frutto delle sue attività criminali. Ad elementi vicini al clan, infatti, sarebbe riconducibile il complesso residenziale “Centro Direzionale Vanvitelli”, che sarebbe stato finanziato, inizialmente, direttamente dai capi del clan attraverso l’acquisizione e la demolizione di una vecchia fabbrica dismessa. Su quell’area è sorto il centro costruito anche attraverso illegittime autorizzazioni concesse da tecnici e professionisti compiacenti.

Nel corso della sua requisitoria, il pm della Dda Luigi Landolfi ha chiesto 8 condanne invocando per i dirigenti ed i tecnici coinvolti la prescrizione con esclusione dell’aggravante della finalità mafiosa. Il processo continua a tenere banco nella cronaca locale.

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