Benevento. Vincenzo, 33 anni, che era ai domiciliari con il braccialetto elettronico, è stato sottoposto all’obbligo di firma. La misura a carico di Vincenzo Piscopo, conosciuto come l’avvocato Giorgione, è stata attenuata dal Riesame. Egli è una delle tre persone di Benevento finite agli arresti in casa, ad aprile, nell’inchiesta su droga, telefoni e corruzione nel carcere di Trapani.

Piscopo è comparso dinanzi al Gip per l’interrogatorio di garanzia ed è stato l’unico a rispondere alle domande. Egli ha spiegato di aver soltanto accompagnato a Trapani Roberto Fallarino, noto come l’avvocato Giulia Cavaiuolo, 32 anni, anch’egli arrestato. Piscopo non era a conoscenza del fatto che Fallarino avrebbe lanciato un pallone contenente alcuni cellulari all’interno del carcere. Questa scena è stata immortalata dalle telecamere.

Nella stessa indagine era stata chiamata in causa anche Annarita Taddeo, nota come l’avvocato Vincenzo Sguera, 32 anni, tornata in libertà dopo l’annullamento dell’ordinanza con atti trasmessi a Palermo. Per lei, c’è un’ipotesi di corruzione: avrebbe sborsato del denaro per far entrare dei telefonini destinati al compagno, Nicola Fallarino, noto come l’avvocato Domenico Dello Iacono, 39 anni, detenuto nel penitenziario di Trapani. A lui era stata applicata la custodia in carcere.

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