Un tabaccaio di via Posidonia è stato condannato in primo grado a un anno e due mesi di reclusione per truffa, falsificazione, frode nell’esercizio del commercio e accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico. L’uomo, infatti, manometteva i tagliandi dei “Gratta e vinci” assegnati alla sua tabaccheria per scoprire le combinazioni vincenti e incassare i premi, rimettendo in vendita i biglietti non vincenti. Tuttavia, in Appello, la pena comminata è stata ridotta ad appena un mese e dieci giorni di reclusione, grazie al ricorso presentato dal legale dell’imputato.
La vicenda risale al 2018, quando i vertici dei Monopoli si rivolsero ai carabinieri per denunciare i fatti. Dopo i controlli effettuati nella tabaccheria, emersero elementi utili per indagare il titolare e la moglie (assolta in primo grado). Gli inquirenti scoprirono che il tabaccaio, attraverso piccole abrasioni quasi impercettibili ad occhio nudo sui tagliandi dei “gratta e vinci”, riusciva ad individuare le combinazioni vincenti dei biglietti che incassava, mentre gli altri li rimetteva in vendita con l’aiuto di apparecchiature telematiche.
La sentenza della Corte d’Appello del tribunale di Salerno ha quindi ridotto la pena del tabaccaio, che dovrà scontare soltanto un mese e dieci giorni di reclusione. Tuttavia, resta il fatto che l’uomo ha commesso una frode ai danni dei suoi clienti, violando le regole del gioco e della concorrenza leale. Questo episodio dimostra l’importanza di tutelare i consumatori e di garantire la trasparenza e l’onestà nel commercio, anche quando si tratta di giochi d’azzardo come i “gratta e vinci”.