53 persone e 10 società edili sono state indagate per una truffa riguardante i lavori del 110% e bonus facciate nel settore edilizio. La Procura di Perugia ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini dopo aver contestato la cessione di falsi crediti, lavori fantasma e l’incasso di denaro da istituti bancari a fronte di crediti inesistenti con lo Stato. L’indagine ha coinvolto diverse città italiane tra cui Perugia, Spoleto, Napoli, Roma, Caserta, Pavia, Treviso, Taranto, Marino, Salerno, Scafati, Desio, San Severo, Isernia, Avellino, Torino e Pavia.
La Procura di Perugia ha accusato gli indagati di aver comunicato alla Agenzia delle entrate la cessione di falsi crediti fiscali generati per lavori edilizi di ristrutturazione delle facciate di edifici mai eseguite, presentando un documento informatico riportante dati non veritieri per un importo di 10 milioni e 96.804 euro. Inoltre, gli indagati avrebbero ceduto una parte dei crediti a Poste Italiane, per un importo nominale di 1.219.000 di euro, inducendo in errore la società sull’effettività del credito ceduto, conseguendo così un ingiusto profitto con danno delle Poste.
Ad altri indagati è stato contestato lo stesso reato per falsi crediti fiscali ammontanti a 23 milioni di euro, altri ancora per 12.412.753 euro, suddivisi tra società e persone fisiche. Sono stati presentati anche documenti fasulli tramite la piattaforma web per un importo di 29.619.028 euro. Inoltre, le accuse riguardano anche l’aver impiegato e trasferito, simulando operazioni commerciali tra le società indagate, quasi 1 milione di euro o ceduto a banche e Poste italiane crediti fittizi per 500mila euro, un’altra volta per 415mila euro. La Procura contesta anche un vasto giro di bonifici e pagamenti tra società e persone, tutti sotto i 15mila euro, fino ad un ammontare di 401.806 euro, somme incassate in maniera illegittima e trasferite al fine di ostacolare concretamente l’identificazione delle loro provenienza. Tra gli indagati c’è anche una 44enne di Avella.