Il processo contro Giancarlo Iovine, cugino di secondo grado del boss pentito Antonio Iovine, continua davanti alla Quarta Sezione della Corte d’Assise d’Appello del tribunale di Napoli. I giudici hanno disposto l’escussione del pentito Dario De Simone e il confronto delle sue dichiarazioni con quelle del pentito Antonio Iovine in merito al ruolo di Giancarlo Iovine nel quadruplice omicidio di camorra avvenuto il 22 ottobre 1989 a San Cipriano d’Aversa.

Giancarlo Iovine, imprenditore di San Cipriano d’Aversa, era stato condannato in primo grado a 30 anni di carcere per la “strage dei cutoliani”, la rappresaglia del clan dei Casalesi contro i fedelissimi del “Professore”. La condanna in primo grado era stata confermata in Appello, ma successivamente annullata in Cassazione con rinvio ad altra sezione della Corte d’Assise di Appello partenopea per un nuovo giudizio.

Il quadruplice omicidio di camorra venne trattato nel processo Spartacus 1, che concluse con la condanna all’ergastolo degli esecutori materiali dell’efferato delitto. Antonio Iovine, Giuseppe Caterino e Raffaele Diana furono i responsabili dell’omicidio. Fu lo stesso Antonio Iovine a spiegare il ruolo del cugino Giancarlo all’interno del sodalizio criminale e il contributo fornito per la commissione del quadruplice omicidio.

Giancarlo Iovine avrebbe messo a disposizione il suo consorzio agrario come base degli appostamenti dei sicari del clan. Inoltre, avrebbe procurato armi da guerra e armi comuni da sparo di provenienza illecita agli esponenti del clan dei Casalesi, offrendo supporto logistico per omicidi costituenti momenti essenziali della contrapposizione del clan dei Casalesi con l’avverso clan Nco di Raffaele Cutolo. Inoltre, provvedeva al cambio di assegni proventi di attività illecite e acquisiva informazioni coperte da segreto istruttorio in merito ad attività di contrasto al clan dei Casalesi.

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