La Procura della Repubblica di Perugia ha aperto un’inchiesta su una presunta maxi truffa sul superbonus 110%, coinvolgendo 52 persone e 10 società. Il pubblico ministero Manuela Comodi ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e si prepara a chiedere il processo. Tra le persone coinvolte risultano 6 indagati della provincia di Caserta, oltre ad una società con sede a Frignano. Sotto indagine anche la società Modena Service con sede a Frignano di cui è legale responsabile il 23enne Giuseppe Di Chiara.
Secondo la Procura perugina, Vincenzo Rambone, amministratore unico della società Edil Mec, avrebbe comunicato all’Agenzia delle Entrate l’acquisto di falsi crediti fiscali per circa 23 milioni di euro per lavori edilizi di ristrutturazione di facciate di edifici di fatto mai eseguiti. Successivamente i crediti sarebbero stati ceduti. Nel mirino anche la Modena Service di Frignano che avrebbe acquistato crediti fiscali per 29 milioni di euro, ritenuti falsi in quanto incassati per lavori edilizi che non sarebbero stati mai eseguiti, cedendoli poi a terzi. Infine, Antonia Monaco, in qualità di amministratore unico della Microtech, avrebbe acquistato crediti d’imposta fittizi per cederne una parte a Poste Italiane per un importo di 490mila euro e conseguendo un ingiusto profitto di 406mila euro. La 34enne casertana è inoltre accusata di autoriciclaggio.
Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare istanze difensive e nel collegio difensivo sono impegnati diversi avvocati. La truffa sul superbonus 110% è una vicenda che sta interessando diversi territori italiani e la magistratura sta cercando di fare luce su queste presunte frodi.