Il caso del neonato Claudio, morto a tre mesi, ha scosso l’opinione pubblica e ha portato alla luce una serie di ritardi che hanno compromesso la sua salute. Dall’autopsia eseguita sul corpo del piccolo sono emerse tracce ematiche negli altri organi, il che ha portato i consulenti di parte a sostenere che l’intervento per ridurre il soffio al cuore è stato eseguito in ritardo, causando danni agli altri organi. Il pubblico ministero Titta Ferrante ha chiesto di fare luce sui continui trasferimenti del neonato da un reparto all’altro del Monaldi di Napoli. Indagati i medici del nosocomio partenopeo Marianna Carrozza di Portici e Guido Oppino di Napoli con l’accusa di omicidio colposo. I genitori del bambino, il papà Carlo Scala di Forino e la mamma Lidia Luongo di Cicciano, hanno presentato denuncia subito dopo il decesso del figlio, ricostruendo tutta la vicenda. Il neonato era nato con un soffio al cuore e dopo una visita cardiologica era stato mandato a casa con controlli periodici. Il 22 marzo, i genitori lo riportarono in ospedale e fu ricoverato nel reparto di cardiochirurgia pediatrica, dove fu predisposto un intervento chirurgico. Il bambino è stato operato il 28 aprile, ma alle 23.30 dello stesso giorno i genitori furono informati del decesso del piccolo Claudio. La salma è stata consegnata ai familiari per il rito funebre che verrà celebrato lunedì a Cicciano. La relazione conclusiva per stabilire le cause del decesso del neonato sarà depositata tra 60 giorni.

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