La corruzione è un problema che riguarda molte sfere della società, tra cui anche quella giudiziaria. Ma quanto pesa la corruzione negli atti giudiziari? E quanto si rischia a vendere la propria funzione di giudice, anche in processi su reati gravissimi come quelli legati alla ‘ndrangheta?
Secondo l’Ufficio Gip di Salerno, la risposta è: davvero poco. Infatti, il verdetto emesso dal Giudice dell’Udienza preliminare di Salerno su una vicenda di toghe ritenute inquinate in terra calabrese ha dimostrato che la corruzione in questo ambito viene trattata con la stessa leggerezza di un comune reato predatorio.
È incredibile pensare che un giudice possa vendere la propria funzione in un processo che riguarda la ‘ndrangheta, una delle organizzazioni criminali più pericolose e potenti del mondo. Ma è ancora più incredibile pensare che questa vendita possa essere considerata un reato di poco conto.
La corruzione è un male che va combattuto con tutte le forze, soprattutto in ambito giudiziario. La giustizia deve essere indipendente e imparziale, altrimenti non può essere considerata tale. È necessario che siano previste pene severe per chi si rende colpevole di corruzione, in modo da scoraggiare chiunque abbia l’intenzione di vendere la propria funzione.
Inoltre, è importante che ci sia una maggiore trasparenza e controllo nell’ambito giudiziario, in modo da evitare che la corruzione possa trovare spazio. Solo così potremo garantire una giustizia vera e autentica, che tuteli i diritti di tutti i cittadini.