L’erosione delle spiagge è uno dei principali problemi ambientali del litorale domizio. Ogni anno, decine di metri di linea di costa vengono tagliati, facendo ingoiare al mare interi stabilimenti balneari, ville e palazzine. Il principale motivo dell’erosione è lo sbancamento delle dune marittime, che è stato effettuato in maniera abusiva soprattutto negli anni ’60 e ’70 per fare spazio a costruzioni edili in sfregio a ogni regola ambientale e urbanistica.

Nonostante la lezione del passato, nel 2023 sulla costa Nord di Napoli c’è ancora chi sale su un escavatore e decide di distruggere le dune per fare spazio questa volta non si sa bene a cosa, se non a scempio e degrado. È successo alla foce destra del Lago Patria, in territorio di Castel Volturno. Questa zona è di pertinenza dell’Ente Riserve regionale che è anche Zsc, acronimo di zona speciale di conservazione. Insomma, uno spazio dove per proteggere l’ecosistema non era possibile neanche camminare sulla duna. E invece, almeno 3mila metri quadri della preziosa protezione della costa sono letteralmente spariti, inghiottiti da prepotenza e scelleratezza.

Giovanni Sabatino, presidente dell’Ente Riserve, ha presentato una denuncia alla Procura e ha comunicato l’episodio al municipio di Castel Volturno. Ma l’ha dovuto fare verso ignoti. Avvisato dello scempio, si è recato sul posto e non ha potuto fare altro che constatare il danno già eseguito. I residenti dei due parchi residenziali che si trovano subito dopo la spiaggia, il Flavio Gioia e il Seit, dicono di non essersi accorti dei lavori.

L’operazione compiuta oltre che demoralizzante, perché restituisce comportamenti illegali e danni all’ecosistema che immaginavamo superati e non più replicabili, è anche incomprensibile dal punto di vista dell’interesse ricercato dai malfattori che l’hanno portata avanti. In ogni caso, sono certo che le indagini saranno serrate e porteranno all’individuazione dei responsabili, che risponderanno di quello che hanno fatto anche in sede penale.

Le dune non sono semplici accumuli di sabbia che proteggono la linea di costa, ma delle entità che ospitano una vita straordinaria dal punto di vista della botanica, con fauna e flora in alcuni casi unica ed estremamente preziosa. Qui nasce e cresce il giglio di mare, un fiore che spunta in pochissime spiagge italiane, solo in Sardegna e appunto a Castel Volturno. Sempre qui nidifica il fratino, uccello in via d’estinzione. Gli ornitologi contano in tutta Italia ormai pochissime coppie che nidificano, e un paio di dozzine lo fanno proprio sulle dune di Castel Volturno.

Tutto questo patrimonio di biodiversità non interessa evidentemente ai malfattori che si sono “scagliati” contro la duna del Lago Patria, dimostrando ancora una volta che il bene comune sulla domiziana spesso è considerato proprietà privata, e come tale si può usare come meglio si ritiene. Sono pochissimi gli spazi dove nei ventisette chilometri lineari di costa di Castel Volturno resiste ancora la duna marittima: all’Oasi dei Variconi e piccoli tratti fra Bagnara e Baia Verde. Al Lago Patria adesso ne è rimasta una parte molto piccola.

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