Il detenuto siciliano che il 25 marzo 2021 minacciò di far saltare in aria il reparto di infermeria del carcere di Santa Maria Capua Vetere con la bombola di ossigeno che aveva in dotazione per problemi di salute, è stato processato davanti al giudice monocratico del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. I testimoni principali sono stati tre agenti penitenziari, tra cui gli ispettori Raffaele Piccolo e Alessandro Biondi, che hanno evitato il peggio quel giorno.
Piccolo e Biondi, insieme ad un terzo agente, sono stati gli eroi del giorno, riuscendo ad evitare un grave incidente. Il detenuto siciliano aveva aperto la bombola facendo uscire il gas e con la mano teneva l’accendino acceso, minacciando di far esplodere tutto se fosse stato trasferito. Mentre gli altri due agenti tentavano di farlo desistere parlandogli, uno dei tre agenti girò attorno al detenuto e prendendolo di spalle riuscì a chiudere la bombola, permettendo ai colleghi di bloccare il recluso.
La Procura è stata subito informata dell’episodio e ha avviato il processo. I tre agenti penitenziari sono stati i principali testimoni dell’accaduto. Piccolo e Biondi, tuttavia, sono attualmente imputati nel processo per le violenze ai danni dei detenuti avvenute il 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
L’episodio del 25 marzo 2021 ha messo in luce la difficoltà e il rischio che gli agenti penitenziari devono affrontare ogni giorno. La loro professionalità e il loro coraggio sono stati determinanti per evitare un grave incidente. Il processo in corso dovrà fare luce sull’intera vicenda e stabilire le eventuali responsabilità. Nel frattempo, è importante sottolineare la grande importanza del lavoro degli agenti penitenziari, che svolgono un ruolo fondamentale per la sicurezza delle nostre comunità.