Gerardo Santoro, coinvolto nella maxi operazione “Officina del crimine” sullo spaccio di droga del clan Belforte, ha visto revocata la sorveglianza speciale. La decisione è stata presa dai giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che hanno dichiarato la cessazione della pericolosità sociale del 53enne di Marcianise.
Secondo i giudici, Santoro ha preso le distanze dal contesto associativo e si è presentato come un lavoratore che ha commesso un errore per fare una cortesia a degli amici. Dopo essere tornato in libertà, ha iniziato a lavorare come autotrasportatore per una ditta di Frignano, dimostrando quindi una “concreta recisione dei legami con gruppi di criminalità organizzata”.
Il taglio col passato è avvenuto sia per effetto della lunga detenzione, durata 10 anni, sia per il “totale annientamento del clan di riferimento”. Questo ha portato alla cessazione della pericolosità sociale e alla revoca della sorveglianza speciale.
La decisione dei giudici dimostra l’importanza di prendere le distanze dal mondo della criminalità organizzata e di dimostrare un cambiamento concreto nel proprio stile di vita. La recisione dei legami con gruppi di questo tipo può portare alla cessazione della pericolosità sociale e alla possibilità di un futuro libero da condanne e da comportamenti illegali.