Arzano. Clan Amato-Pagano: guai in arrivo per gli occupanti abusivi degli alloggi popolari. La polizia locale ha fornito informazioni dettagliate che hanno portato tutti a processo. Si tratta di un lavoro incessante, un modello ormai consolidato, il “modello Arzano”.

Il lavoro minuzioso iniziato qualche anno fa dalla polizia locale sta dando i frutti sperati, mettendo fine a una “telenovela” che durava da decenni sotto gli occhi di tutti. Si è proceduto al censimento degli occupanti con descrizione delle aree, degli abusi edilizi, delle morosità e di centinaia di migliaia di euro di canoni non corrisposti al municipio.

Si è attaccato il fortino dove si rifugiavano diversi clan collegati all’area di Secondigliano, Afragola, Caivano, Arzano, Melito, Frattamaggiore. Si è proceduto alla rimozione delle lamiere di recinzione degli spazi condominiali utilizzati a copertura delle zone di spaccio, alla rimozione dei cancelli sui terrazzi dove avvenivano i summit, alla dismissione dei cancelli e santini apposti sul pianerottolo dove abitava il reggente del clan, alla demolizione delle case dove abitava uno dei reggenti degli scissionisti.

In sostanza, il lavoro condotto con professionalità dal colonnello Biagio Chiariello, comandante della polizia locale, e dai suoi uomini ha permesso di consegnare nelle mani degli addetti tutti gli elementi necessari per attuare gli sgomberi e, dopo anni di buio, di assegnare le case a chi ne ha veramente diritto.

Ma si è anche colpito le casse delle cosche, l’economia delle famiglie con redditi di cittadinanza revocati, residenze bloccate e zone di spaccio sottratte. Senza residenza, concessa in immobili abusivi da anni, non si può richiedere il reddito di cittadinanza, un bonus dello Stato e altri benefici.

Tuttavia, molti sono stati gli incidenti di percorso e gli ostacoli, con una vera e propria sovraesposizione della polizia locale e del suo comandante che si sono inseriti in una guerriglia tra cosche contrapposte negli interessi illegali. Minacce, intimidazioni, pedinamenti e manifesto funebre a carico del dirigente dei caschi bianchi che ha dovuto vivere con la protezione per un periodo, essendo i soggetti coinvolti molto pericolosi.

Da quanto trapela, molti avvisi di garanzia e rinvii a giudizio sarebbero a carico dei responsabili delle occupazioni abusive degli immobili e ora subiranno un vero e proprio processo presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord.

È certo che numerosi di loro si sarebbero inviperiti, cercando il colpevole di “questo macello”, che ha portato anche allo smantellamento di un altro sistema, quello elettorale. Infatti, gli alloggi popolari spesso vengono occupati da chi poi ti dà la preferenza elettorale chiedendo in cambio il quieto vivere.

Persone che la risposta la ottengono quotidianamente attraverso gli avvocati che studiano fascicoli e uffici della pubblica amministrazione che riferiscono e indicano nel comandante della polizia locale chi non si è fatto i fatti propri, chi non si è girato dall’altra parte.

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