La droga in carcere è un problema che non può essere sottovalutato. Lo ha ribadito il pg Elia Taddeo, sottolineando che non ci saranno sconti per i responsabili di questo reato. Tra questi c’è Michele Cuomo di Nocera Inferiore, noto come il “ras dello spaccio”, che ha ammesso di avere avuto problemi di tossicodipendenza e “rapporti” con il mondo della droga, ma ha negato di aver trattato armi. Nonostante ciò, è stato condannato in primo grado a 17 anni e otto mesi.
Anche Luigi Albergatore di Torre Annunziata è stato coinvolto nel processo “Prison Break”, ma ha chiesto il concordato dopo essere stato condannato in primo grado a 15 anni e sei mesi di reclusione.
Altre due persone coinvolte nel processo, Angela Amoretti e Giacomo Lamberti, hanno chiesto di “patteggiare” la pena davanti alla Corte di Appello di Salerno, che è presieduta da Francesco Siano e si tiene presso l’aula bunker del carcere di Fuorni.
La questione della droga in carcere è un tema delicato e che richiede una forte attenzione da parte delle autorità competenti. Non bisogna sottovalutare il problema e agire con fermezza contro chiunque si renda responsabile di questo reato. Tutti i dettagli del processo “Prison Break” sono disponibili sul quotidiano in edicola.

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