La Peste Suina Africana arriva in Campania, dove sono state trovate cinque carcasse di cinghiali infetti dai Carabinieri forestali. La malattia è una patologia virale che colpisce i suini e i cinghiali selvatici, causando un’elevata mortalità degli animali infettati. Sebbene sia innocua per l’uomo, la Psa può provocare importanti disagi socio-economici, causando la morte degli animali, restrizioni agli spostamenti di maiali, cinghiali selvatici e loro prodotti, nonché il costo delle misure di controllo. La malattia è già presente in Italia, in particolare in Sardegna da decenni, ma recentemente si è diffusa anche in Liguria, Piemonte, Lazio e Calabria, proprio attraverso i cinghiali selvatici.

Il ritrovamento delle carcasse dei cinque cinghiali è avvenuto il 20 maggio presso la foresta Cerreta Cognole, in provincia di Salerno, e i resti sono stati subito trasferiti all’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno di Portici (Napoli). Le indagini biomolecolari eseguite già il giorno successivo hanno confermato la presenza del virus della Psa. La positività è stata confermata dal Centro di referenza nazionale di Perugia per le pesti suine dell’Istituto zooprofilattico sperimentale Umbria e Marche, che ha convocato l’Unità di crisi locale e regionale alla presenza del Commissario straordinario per la Psa, del Centro di referenza nazionale e della Direzione generale della sanità animale del ministero della Salute.

La diffusione della Psa rappresenta una grave minaccia per l’agricoltura e l’economia di molte regioni italiane, pertanto è necessario adottare misure di prevenzione e controllo per evitare la diffusione della malattia. In particolare, è importante limitare gli spostamenti di animali infetti e intensificare i controlli sulle aree a rischio. Solo attraverso un’azione coordinata e tempestiva sarà possibile contrastare la diffusione della Psa e proteggere l’agricoltura e l’economia del nostro paese.

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