Napoli, un barista punta la pistola al pizzaiolo durante una lite per l’accaparramento dei clienti. Il gesto ha provocato il panico nella zona di Forcella, particolarmente affollata a quell’ora. Per fortuna l’arma non ha sparato, ma la Polizia di Stato ha trovato un proiettile inesploso calibro 7,65 e nel bar un sacchetto contenente una bomboletta di olio per lubrificare armi, uno strumento per pulirle e un hard disk. Il barista è stato arrestato e accusato di tentato omicidio aggravato dai motivi abietti e futili. Durante l’udienza di convalida dell’arresto, il giudice ha disposto i domiciliari per l’indagato, difeso dall’avvocato Fabrizio De Maio, ritenendo inattendibile la sua versione dei fatti. Il barista ha riferito di avere subìto l’aggressione nel suo bar da parte del pizzaiolo e di un suo collaboratore, e di essere stato costretto a metterli in fuga estraendo una pistola giocattolo che teneva sotto il bancone. Tuttavia, il suo racconto è apparso inverosimile al giudice, e ora sarà determinante l’analisi dei sistemi di videosorveglianza per delineare nei minimi particolari la vicenda. Questo episodio riporta alla mente la tragica morte di Annalisa Durante, vittima innocente della criminalità organizzata, colpita per errore durante un agguato nel 2004 a Napoli. È importante che la giustizia agisca con fermezza in questi casi, per garantire la sicurezza dei cittadini e combattere la violenza.

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