La mafia italiana: dal sangue alle strategie dei colletti bianchi

Il 23 maggio 1992 è una data che tutti gli italiani ricordano bene. Quel giorno, l’attentato contro il giudice Giovanni Falcone, la moglie e la scorta del magistrato, sconvolse il Paese. Giornalisti e inviati speciali si mobilitarono per raccontare l’accaduto e documentare la storia di sangue della mafia in Italia. Tuttavia, a trentuno anni di distanza, che cosa resta della mafia?

La cattura di Matteo Messina Denaro, la scomparsa di Totò Riina e Bernardo Provenzano, e l’uccisione di molti altri capi mafiosi hanno portato a un cambiamento di strategia criminale. Non ci sono più stragi, ma l’impunità e la gestione del controllo del mercato della droga, degli appalti pubblici e delle grandi opere da realizzare sono ancora nelle mani della mafia e della massoneria deviata.

Oggi, la mafia non fa più rumore perché i vari capi che controllano i territori si sono imposti una tregua, una pace provvisoria. Ma se questo equilibrio si rompe, il terrore potrebbe tornare. È quindi importante non dimenticare le vittime della mafia e la sua storia di sangue.

Tuttavia, oggi il problema non è solo la mafia, ma anche la corruzione e l’immoralità diffusa nel Paese. I colletti bianchi gestiscono le strategie della mafia, usando un esercito di sfaccendati che diventano improvvisamente ricchi, grandi imprenditori, dispensatori di mazzette o ripulitori di denaro sporco.

L’opportunismo e la collusione tra politica e mafia avanzano senza pudore, rinunciando alla stagione dei doveri. È quindi importante che la società civile si mobiliti per combattere la corruzione e l’immoralità, altrimenti il controllo del Paese passerà sempre di più nelle mani della mafia e dei suoi complici.

In conclusione, la mafia italiana ha cambiato strategia criminale, ma il controllo dei territori e del potere economico è ancora nelle sue mani. È importante non dimenticare le vittime della mafia e combattere la corruzione e l’immoralità diffusa nel Paese. Solo così si potrà evitare un ritorno al terrore e garantire un futuro migliore per l’Italia.

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