La diagnostica per immagini è una tecnica medica che consente di osservare il corpo umano all’interno, fornendo informazioni dettagliate e precise sulle condizioni del paziente. Tra le tecniche più comuni troviamo la Tomografia computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica, che impiegano mezzi di contrasto di differente natura per delineare tessuti e strutture dall’ambiente circostante. Tuttavia, l’impiego di tali mezzi di contrasto può comportare alcuni rischi, come reazioni allergiche o nefropatia da contrasto, soprattutto in soggetti a rischio per età o patologie pregresse. Inoltre, a seguito di una revisione condotta dall’EMA nel 2018, l’AIFA ha pubblicato una nota informativa a conferma del fenomeno di accumulo di piccole quantità di gadolinio nei tessuti cerebrali. Per tale motivo, l’impiego dei mezzi di contrasto lineari per uso endovenoso è stato sospeso, ad eccezione dell’acido gadoxetico e gadobenico che continuano ad essere disponibili per l’impiego esclusivamente nelle scansioni del fegato. I mezzi di contrasto macrociclici, invece, risultano più stabili e meno pericolosi per l’organismo, e sono impiegati normalmente. In conclusione, l’utilizzo dei mezzi di contrasto per la diagnostica per immagini va effettuato con cautela e solo dopo una valutazione attenta del paziente e dei suoi fattori di rischio.