Il caso della scomparsa di Giulia Tramontano, la ragazza napoletana incinta al settimo mese, ha avuto una svolta drammatica con la confessione del suo fidanzato, Alessandro Impagnatiello. L’uomo, barista in alcuni locali di Milano e già padre di un bambino di 6 anni, ha ammesso di aver ucciso la ragazza e di aver tentato di bruciare il suo corpo, senza successo. Il cadavere di Giulia è stato trovato nascosto in un terreno vicino alla casa della coppia.

Secondo quanto si apprende, i due vivevano insieme nell’appartamento dove Giulia sarebbe stata uccisa a coltellate. La ragazza aveva appena scoperto di essere stata tradita da Impagnatiello con un’altra donna, che era rimasta incinta ma poi aveva interrotto la gravidanza. Proprio quel sabato ci sarebbe stato un incontro a tre tra Giulia, il compagno e l’amante.

La madre di Giulia aveva lanciato l’allarme quando non era riuscita a mettersi in contatto con la figlia, mentre Impagnatiello aveva denunciato la scomparsa nel pomeriggio. Dopo giorni di ricerche e tracce di sangue trovate nell’appartamento e sull’auto dell’uomo, quest’ultimo ha confessato l’omicidio e indicato agli agenti il luogo dove avrebbero trovato il corpo di Giulia.

La vicenda ha scosso profondamente l’opinione pubblica e ha evidenziato ancora una volta il problema della violenza sulle donne. La giovane Giulia, in attesa di un bambino, ha perso la vita a causa della gelosia e dell’egoismo del suo fidanzato. La sua morte rappresenta una tragedia che ci ricorda l’importanza di combattere ogni forma di violenza di genere e di proteggere le donne dalla violenza dei loro compagni.

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