Una poliziotta uccisa a sangue freddo dal suo amante. È accaduto a Roma, in via Rosario Nicolò, nel quartiere di Torraccia. La vittima, Pierpaola Romano, ispettore superiore di polizia di 58 anni, è stata colpita da tre colpi alla testa, sparati dal suo amante Massimiliano Carpineti. La donna, in borghese e fuori servizio, è morta sul colpo. I soccorsi chiamati dai vicini non hanno potuto fare nulla per salvarla.
Carpineti, che lavorava nello stesso ufficio di Pierpaola alla Camera dei deputati, ha poi proseguito nel suo terribile piano di morte, uccidendosi con un colpo alla testa in via Costantino Mortati. Secondo le prime indiscrezioni, i due avevano una relazione extraconiugale e l’uomo aveva portato con sé la pistola d’ordinanza nonostante l’abitudine dei colleghi in servizio alla Camera di lasciarla in ufficio.
Pierpaola Romano era sposata con un altro collega, un ispettore del commissariato Sant’Ippolito, Alberto Montanari, che era al lavoro durante la tragedia. La coppia, entrambi originari di Caserta, aveva un figlio di 22 anni, anch’esso poliziotto in servizio nel Nord Italia. Amici spiegano che i coniugi “erano in via di separazione”.
Sui motivi che hanno spinto Carpineti a impugnare la pistola, apparentemente passionali, sono in corso indagini da parte della Squadra mobile e del commissariato San Basilio. La caccia all’uomo si è conclusa poco dopo con la scoperta del suo cadavere.
Una vicenda tragica che ha sconvolto Roma e l’intera comunità dei poliziotti. Pierpaola Romano era una donna molto stimata dai suoi colleghi e dai suoi superiori, una professionista competente e appassionata del suo lavoro. La sua morte lascia un vuoto incolmabile nella polizia italiana.