Alessandro Impagnatiello è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, futili motivi e crudeltà, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso per la morte della sua fidanzata Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi. Secondo i pm di Milano, l’uomo ha dimostrato una spiccata capacità manipolatoria e ingannatrice. Nella versione raccontata dall’uomo quando Giulia risultava scomparsa, ci sono numerose incongruenze rispetto alle telecamere di sorveglianza analizzate dagli investigatori. Le immagini riprendono Impagnatiello mentre esce di casa con due involucri contenenti materiale compatibile con un mucchio di vestiti. Inoltre, nell’atto si legge che l’uomo parlava di Giulia come di una donna mentalmente instabile e che aveva manifestato l’intenzione di uccidersi. Durante la confessione dell’omicidio, Impagnatiello ha raccontato che la 29enne incinta si sarebbe procurata dei tagli sulle braccia da sola, con il coltello con cui stava cucinando. Agli inquirenti ha poi raccontato di aver inferto tre o quattro colpi al collo di Giulia per non farla soffrire. Impagnatiello è stato capace di mentire per mesi a Giulia e all’altra donna con cui aveva una relazione parallela, una italo-inglese di 23 anni. L’ultima immagine di una telecamera di sorveglianza l’aveva ripresa sabato mentre rientrava a casa. L’uomo ha fatto ritrovare il corpo di Giulia, che aveva buttato in un’intercapedine, un buco dietro dei box in un’area non lontana dall’abitazione. Dopo averla accoltellata, ha tentato di dare fuoco al corpo. La 23enne aveva mandato un messaggio a Giulia preoccupandosi perché non rispondeva e ad un certo punto sul suo telefono comparve un whatsapp “ti ho mentito, lasciami in pace” che arrivava dal telefono di Tramontano, ma che avrebbe scritto Impagnatiello, perché lei era già morta.