Alessandro Impagnatiello è stato definito un “manipolatore narcisista”, responsabile dell’omicidio di Giulia Tramontano. Secondo i testimoni, il ragazzo sarebbe stato sprezzante nei confronti della compagna per le sue origini del Sud e l’avrebbe persino costretta a tifare per la Juventus anziché per il Napoli. Giulia, che si era trasferita da Sant’Antimo a Milano circa 5 anni fa, aveva conosciuto Alessandro durante il lockdown del 2020 e i due avevano iniziato una relazione, trasferendosi poi insieme a Senago. Nonostante le apparenze, il comportamento di Alessandro non piaceva ai familiari e agli amici di Giulia, che lo descrivevano come un manipolatore. Inoltre, il ragazzo aveva una relazione con un’altra ragazza, che non sapeva dell’esistenza di Giulia e del loro bambino in arrivo. Quando la 23enne ha scoperto la verità, ha deciso di interrompere la gravidanza e di lasciare Alessandro. A quel punto, il ragazzo ha tentato di negare la paternità del bambino di Giulia, ma la ragazza ha scoperto la verità e ha deciso di incontrare Giulia per metterla al corrente delle bugie del ragazzo. Tuttavia, quando Giulia è tornata a casa, Alessandro ha ucciso lei e il bambino ancora in grembo con un coltello, tentando poi di bruciare il cadavere e nascondendolo in un terreno poco distante. Alessandro ha persino sporto denuncia ai carabinieri, ma poi ha confessato l’omicidio. Una storia tragica e dolorosa, che mette in luce l’importanza di non sottovalutare i segnali di un comportamento manipolatorio e di proteggere le donne dalla violenza domestica.
Home Cronaca Nera La verità sull’omicidio di Giulia Tramontano a Milano: il racconto della manipolazione...