La procura di Tivoli ha aperto un’inchiesta sulla compravendita di sette calciatori della Salernitana nel novembre 2021, quando il club campano era ancora di proprietà del patron dei biancocelesti, Claudio Lotito, e altri sei dirigenti ed ex dirigenti della Lazio. L’indagine riguarda la falsificazione di fatture sospette che potrebbero aver salvato i bilanci della Salernitana in quella fase cruciale.

Tra le operazioni sospette individuate dalla procura, ci sono quelle relative all’attaccante Mattia Sprocati, acquistato dalla Salernitana per poco più di 100mila euro e venduto alla Lazio per oltre 3 milioni di euro l’anno successivo. La cessione ha generato un utile di oltre 1 milione di euro per i campani. Anche Tiago Casasola è passato alla Lazio per 3 milioni di euro dopo che la Salernitana lo aveva acquistato per 100mila euro all’inizio del 2018. Infine, c’è Akpa-Akpro, comprato dai biancocelesti per 13,4 milioni di euro nonostante una valutazione da poco meno di 1 milione di euro.

L’inchiesta potrebbe allargarsi, con l’invio di una relazione dei trustee alla Figc per due offerte anomale e l’accusa di truffa e fondi esteri nell’affaire Salernitana. Danilo Iervolino, attuale patron granata, ha preso subito le distanze dalla vecchia gestione, secondo quanto riportato dal quotidiano di Salerno.

L’indagine della procura di Tivoli mette in luce l’importanza della trasparenza e della correttezza nel mondo del calcio. Le false fatture e le operazioni sospette non solo danneggiano la credibilità del calcio italiano, ma anche la salute finanziaria dei club coinvolti. È necessario che i magistrati facciano luce su questi casi e che le autorità sportive adottino misure per prevenire simili episodi in futuro.

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