Antonio De Luca, un 46enne di Casal di Principe, è stato rilasciato dopo essere stato coinvolto nell’operazione dei carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Casal di Principe. L’operazione ha portato all’arresto di 10 persone gravemente indiziate per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il Tribunale di Napoli ha accolto l’istanza del legale di De Luca, l’avvocato Bernardo Diana, annullando il provvedimento cautelare degli arresti domiciliari per De Luca. Il legale ha fatto emergere che De Luca era più un “cane sciolto” piuttosto che un seguace del fratello capoclan Mario De Luca.

L’attività d’indagine dei militari è iniziata nell’agosto 2017 e si è conclusa nel gennaio 2018. Ha permesso di monitorare un gruppo di individui dediti all’attività estorsiva nei territori di Casal di Principe, Teverola, Frignano, San Cipriano d’Aversa, Marcianise e Castel Volturno. Il gruppo, guidato da Mario De Luca, ha posto in essere un sistema integrato di controllo delle attività commerciali agendo sia direttamente nei confronti dei commercianti che indirettamente tramite l’acquisizione di una tangente sul recupero crediti di somme dovute.

In un caso specifico, gli indagati si sarebbero presentati con il fine di recuperare un credito, presso l’attività di una delle vittime minacciandola di morte e rompendo alcuni macchinari con una mazza da baseball. Le somme sarebbero state estorte anche da soggetti gravati da una difficile situazione economica che, per far fronte alla richiesta, hanno dovuto tramutare il compenso in ceste di generi alimentari e beni di consumo, tangenti richieste per soddisfare esigenze di soggetti carcerati o di altri sodali.

Il gruppo ha dimostrato la sua operatività anche nel settore dei “cavalli di ritorno”, intromettendosi direttamente nella dinamica di restituzione di un’auto rubata nel parcheggio di un grosso centro commerciale. L’intero panorama info-investigativo emerso ha restituito un’immagine di un gruppo pienamente operativo che ha agito, in un contesto di momentaneo vuoto di potere in seno alla camorra casalese, onorando le regole e le logiche caratterizzanti del clan.

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