Il processo sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi nel verde pubblico a Santa Maria Capua Vetere ha visto due condanne ed una assoluzione. La richiesta del Sostituto Procuratore Giorgia Da Ponte della Dda di Napoli è stata di 9 anni di reclusione per Mario Tiglio e 7 anni e 6 mesi di reclusione per Gianfranco Di Rienzo. Romeo Aversano Stabile, invece, è stato assolto perché il fatto non sussiste. I tre imputati sono stati accusati di estorsione con la minaccia costituita dal clan dei Casalesi, fazione Schiavone, nei confronti dell’imprenditore Alfredo Cicala e della Pumaver srl. L’obiettivo era quello di procurarsi un ingiusto profitto attraverso le tangenti richieste in occasione delle festività, per un importo di 4000 euro cadauna. Le condotte estorsive sono state compiute nel 2004 e sono state accertate grazie all’attività investigativa della Squadra Mobile della Questura di Caserta. I collaboratori di giustizia Massimo Vitolo e Antonio Monaco hanno riferito di tali condotte rispettivamente nel dicembre 2015 e nel febbraio 2016.
Le tangenti richieste alla Pumaver srl, che vinse una gara d’appalto con il Comune di Santa Maria Capua Vetere dal 2004 al 2009, erano destinate al pagamento degli stipendi degli affiliati del clan e dei loro familiari, assicurando così la sopravvivenza dell’organizzazione camorristica.
Le discussioni dei legali si terranno nel mese di luglio. Nel collegio difensivo sono presenti gli avvocati Giuseppe De Lucia, Paolo Di Furia, Carlo De Stavola, Rocco Trombetti, Mauro Iodice, Domenico Esposito e Patrizia Sebastianelli.