L’amministrazione di sostegno: una figura per proteggere i più deboli
Negli ultimi anni, l’amministrazione di sostegno ha trovato sempre più spazio nella salvaguardia dei soggetti più deboli. Si tratta di una figura istituita per curare gli interessi di persone che, a causa di infermità fisica o psichica, non sono in grado di prendersi cura di sé stesse, anche solo parzialmente o temporaneamente.
Il Giudice Tutelare, a seguito di un ricorso presentato dalla persona interessata, dal coniuge o dal convivente o dai parenti entro il quarto grado, nomina un amministratore di sostegno che si prenderà cura del soggetto e del suo patrimonio. Non solo gli anziani e i disabili possono essere destinatari di questi provvedimenti di sostegno, ma anche alcolisti, tossicodipendenti, detenuti e malati terminali.
La procedura è semplificata e non necessita di assistenza legale, fino alla nomina dell’amministratore di sostegno da parte del Giudice Tutelare. Tale provvedimento deve contenere tutte le informazioni necessarie su generalità, durata dell’incarico, oggetto dell’incarico stesso, atti, limiti e spese.
La scelta della persona da nominare viene fatta dal giudice, che dà prelazione al coniuge non separato, ai genitori ed ai parenti più stretti. Le spese di tale incarico sono demandate alla persona amministrata, a seguito del consenso fornito da tutti i parenti.
L’amministratore di sostegno non ha il potere di alienare beni, costituire pegni o ipoteche, procedere a divisioni di beni o promuovere relativi giudizi. Non può neppure attuare concordati o fare compromessi e transazioni.
Questa figura si differenzia molto da quella del procuratore, che risponde del suo operato al mandante ed agli eventuali eredi. L’amministratore di sostegno, invece, risponde esclusivamente al Giudice Tutelare che lo ha nominato. Inoltre, il tutore è facultato a sostituire l’interdetto in tutto e per tutto, e non solo in quelle attività specificatamente indicate dal Giudice Tutelare, nel decreto di nomina.
In conclusione, l’amministrazione di sostegno rappresenta un importante strumento di protezione per le persone più fragili, garantendo loro una maggiore tutela dei loro interessi e del loro patrimonio.