Il calcio, uno sport che dovrebbe unire, spesso diventa causa di divisioni e odio tra tifoserie. È il caso di Varese e Napoli, due città che da tempo si sfidano sul campo ma anche fuori. L’odio tra le due tifoserie è nato il 26 dicembre 2018, la sera prima della partita Inter-Napoli. Un ultras del Varese, presente per sostenere gli amici della curva dell’Inter, morì schiacciato sotto l’auto di un tifoso napoletano al culmine di uno scontro tra i due gruppi. Da qui nasce l’astio tra le due tifoserie.
La rivalità è stata alimentata anche dalla vittoria dello scudetto del Napoli, quando alcuni gruppi di ultras hanno pubblicizzato lo slogan “Varese tifa Varese, festeggiamenti di altre squadre non sono graditi in città, specialmente quelli del Napoli”. Inoltre, alcuni ultras del Varese hanno accerchiato dei supporters azzurri che erano nelle loro auto con dei bambini a bordo e il giorno dopo sono comparse scritte piene di insulti nei confronti dei napoletani su vari edifici della città.
La situazione è degenerata ulteriormente quando alcuni gruppi di ultras azzurri avevano organizzato una spedizione punitiva a Varese in occasione della trasferta a Monza, ma vennero fermati dalle Forze dell’Ordine, che bloccarono una decina di pulmini e i presenti furono tutti identificati.
La Questura di Varese ha deciso di emettere 49 Daspo nei confronti di 24 ultras del Varese e di 25 del Napoli, con durata che varia dai due agli otto anni, dopo le aggressioni avvenute a Varese il 4 e il 14 maggio scorsi. Grazie al lavoro della Digos, sono state chiuse le indagini e successivamente notificati i Daspo.
Situazioni come queste dimostrano come il calcio possa diventare un terreno fertile per l’odio e la violenza tra le tifoserie, che spesso vanno oltre il semplice tifo per la propria squadra. È importante che le autorità preposte agiscano in maniera decisa e che i tifosi stessi si rendano conto dell’importanza del rispetto reciproco e della pacifica convivenza. Solo così il calcio potrà tornare ad essere lo sport che unisce, anziché quello che divide.